Cena, cinema e ballo. Un classico

(La cosa bella di quando vivi con una persona è saper giocare a fari i freschi fidanzati con tutto il rito della preparazione, ritardo inspiegabile e corsa per strada. Arrivare tardi all’appuntamento per la cena nonostante lui fosse molto più lontano, entrare nel locale e nell’ordine, sorridere, scostare i capelli dagli occhi, baciare. E il pensiero retorico e banale che inizia con come se fosse e finisce con la prima volta. Lui sa cosa ti piace di quel posto e lo ha già ordinato. Subito perché sa che sei mortalmente lenta e dopo c’è il cinema e il posto dispari è tuo).

Cose belle a cui pensare

Lo shopping pazzo – non me ne vogliano i maschi parsimoniosi ed eticamente saldi – è una bella soddisfazione. Sensi di colpa? Quando riesci a farlo coincidere con la data del compleanno diminuiscono sensibilmente trasformandosi solo in un leggerissimo pungolo che ti fa dire al fidanzato, ancor prima di salutarlo, “oh, è stato il mio compleanno”.
Ma la cosa che solitamente più mi diverte un po’ prima e un po’ dopo fine maggio è il prenotare un volo per agosto che ci porterà in giro da qualche parte in Europa. Sembra quasi che ogni volta puntiamo il dito a caso sul mappamondo. Niente di più falso, abbiamo teorie e desideri che assecondiamo sempre o che costringo ad assecondare, senza mai lamentele: sarà che sono brava a vendermi le cose e che dopo mi ritrovo ad aver ragione (e poi quando tutto mancherà mi proporrò come addetta all’ufficio del turismo di uno dei tanti posti che abbiamo visto).
E quindi quest’anno dopo un sabato pomeriggio pigro come sa essere solo un sabato di primavera, a letto a pensare e fantasticare, abbiamo immaginato di percorrere una specie di cerchio imperfetto all’interno della Polonia, da Varsavia fino al mare – del quale non possiamo mai fare a meno – di Dazica con in mezzo quello che incontriamo. E noi ancora più dentro alle cose della vita alle quali pensi durante gli spostamenti da una città all’altra – che pure non ci facciamo mancare mai – quando fissi il paesaggio con la testa poggiata al finestrino. Ogni agosto è diverso, ogni agosto è un agosto nuovo di cose da dire/fare/baciare. Da settembre in poi. Il primo giorno dell’anno e tutto quello che viene e che odora ancora dei posti visti il mese prima.
E poi c’è Berlino, di nuovo, sì sempre lei. Berlino molto prima di quanto potessi immaginare. Berlino, dai torniamoci, Berlino, dovete rivederla. Berlino vi ci porto io. Berlino con i miei. Loro due ed io. Berlino noi tre. Berlino a fine giugno. Berlino pensa a qualcosa che vorresti rivedere e ci andiamo. Calibrare il mio essere con Berlino al loro ritorno a Berlino.
E sarà un po’ come fare un viaggio da sola ma con la responsabilità di riportare a percorre le stesse strade, come le voglio vedere io e come se le ricordano loro.

Duemilaundici/2

L’estate sta finendo e il bla bla bla di conseguenza è banale e scontato come il verso successivo della canzone. Smarcarsi dal luogo comune è difficile perché il dato di fatto è che l’estate realmente sta finendo, io sto diventando grande, moderatamente, e mi va tantissimo. Intanto per festeggiare il nuovo anno – è assodato, scontato, riconosciuto che l’anno è iniziato ieri, soprattutto moralmente e ne avevamo già parlato – inseguo un pezzetto di fine estate, l’ultimo, da qualche parte quasi in Basilicata ancora in Campania non sul mare – dove fiumi cristallini muoiono in mari cristallini – ma da qualche parte tra le montagne e di giorno scrivo la tesi nella piazza del paese, provvista di wifi (non sia mai che non perda preziosissimo tempo su facebook o a vedere manichini vivi che indossano abiti che non comprerò. Sì, non lo so nemmeno io come perdevo tempo prima) mentre la sera indosso finalmente il blazer o un maglioncino bianco sulla pelle dorata che, come i libri delle vacanze da bambina, ho portato dai miei a prendere polvere e invece qui diventano, di nuovo, elemento necessario non solo per il fresco che in fin dei conti, maledetto riscaldamento globale non è tanto neanche in montagna, ma per riprendere lentamente contatto con la normalità. Quanto tra fine agosto e inizio settembre sia sempre stata forte la voglia, fin da bambina quando correvo in bicicletta sei ore al giorno e quattro le trascorrevo al mare, di abbandonare l’abbigliamento estivo per sancire il ritorno alla vita vera, è una cosa che continua a stupirmi. E a ricordarmi che così frivola lo ero già.